magdayjuno

Jun Magday Magday itibaren Норуэй, Миннесота, США itibaren Норуэй, Миннесота, США

Okuyucu Jun Magday Magday itibaren Норуэй, Миннесота, США

Jun Magday Magday itibaren Норуэй, Миннесота, США

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Really enjoyable short stories all set in Edith Wharton's New York.

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Partiamo dall'ultima cosa, la meno importante, le stellette. Un po' più di 3, un po' meno di 4, se ci fossero le mezze stellette sarebbe un 3 e mezzo, ma visto che non ci sono, per continuità rispetto agli ultimi voti (e in netto contrasto con la mia regola #1: ogni giudizio è assolutamente slegato dai precedenti, rivendico il diritto di contrassegnare con le stesse stellette libri per cui il mio gradimento è stato notevolmente differente), la scelta è caduta sulle quattro. Venendo invece agli aspetti più interessanti, rieccomi con un'altra lista (prima o poi ri-imparerò a scrivere come si deve un commento). In ordine sparso: 1) La traduzione non mi è piaciuta. Non mi è piaciuta per niente. Per una serie di circostanze ho in mio possesso anche l'originale di questo libro e... no, non ci siamo, per niente. La traduzione è "rozza", frasi contorte e che fanno fatica a scivolar via, frasi che non hanno senso e per cui c'è bisogno a volte di più ri-letture per intravedere il senso. Per carità, non tutto il libro è incomprensibile, ma i punti in cui si storce il naso o ci si chiede se ci sia qualche problema linguistico sono fin troppi per i miei gusti. Il linguaggio di Weeks è semplice, ma pulito e di immediata comprensione. La traduzione... no. 2) Il formato ebook. Argh. ARGH. Che un ebook "amatoriale" sia fatto con i piedi posso anche accettarlo. Che sia una Casa Editrice a non curare il suo prodotto è inaccettabile. Così come la Newton non vende libri che perdono le pagine (credo e spero, almeno), così dovebbe vendere ebook facilmente leggibili. 3) I personaggi principali mi sono generalmente piaciuti. Azoth/Kyler, Durzo, Bambola/Elene, Logan, la famiglia Drake, Momma K e così via. Gli antagonisti un po' meno. Io capisco che un personaggio possa essere intrinsecamente malvagio e sadico, ma se la pleteora di gente che ammazza solo (o in primis) per il gusto di ammazzare è troppo numerosa c'è qualcosa che non va, imo. 4) La storia è molto interessante, ma anche parecchio confusa. Brent ha tutto chiaro nella sua testa, ma non sempre riesce a far capire cosa e come funziona il suo mondo. Per lunghi tratti del libro si naviga a vista, il che non sarebbe in assoluto un male se la narrazione fosse incentrata solo sul punto di vista di Kylar e se anche Kylar navigasse a vista. Ma così non è, e avere la sensazione che Kylar non sappia nulla delle dinamiche sulla magia o sui ka'kari e scoprire poi che non è così, ma che lui sa esattamente cosa siano/come funzioni e un po' tutta la loro storia è... frustrante. E così per i ka'kari, così per il resto. 5) Alcune scelte narrative sono discutibili. In particolare mi riferisco al capitolo 43 che è totalmente fuori posto e fuori ritmo, imo. Che in una narrazione e in un racconto ad ampio respiro sia impossibile narrare contemporaneamente uno stesso evento da più punti di vista è pacifico. Che in un romanzo ci siano momenti in cui le linee temporali non siano allineate è okay. E' la norma, mi viene da dire. Hell l'intero decimo libro di Jordan *non* è allineato con quanto succede nel nono. Non sono gli sfasamenti temporali a darmi fastidio, ma quando lo sfasamento temporale *non* è chiaro, quando si ha solo l'impressione di un gran guazzabuglio, forse qualcosa andrebbe rivisto. Nel capitolo 43, in particolare, a mio parere Brent fa l'errore di anticipare l'evento importante della scena in poche righe nel capitolo 42. E' un evento importante ma non fondamentale, e il lettore lo dà per concluso: avvenuto off-scene, ma concluso. Poi nel 43 si torna a narrare l'evento. Ma in una maniera tale da far sembrare quanto successo nel capitolo precedente come anteriore al 43 e generando così una grande sensazione di smarrimento (altresì detto WTF?! per usare l'albionica lingua). Per fortuna in altri momento della narrazione lo sfasamento temporale è gestito molto meglio. 6) L'ambientazione è una via di mezzo tra l'intigrante e irritante. Irritante perché soffre dello stesso punto debole dello sviluppo della storia: Weeks l'ha chiara in testa, ma non sempre riesce a renderla chiara al lettore. 7) Lo so, questo commento risulta parecchio critico e chi mi ha letto fin qui si chiederà credo il motivo allora di quelle 4 stelle. E' semplice: da un lato quando commento mi viene molto più semplice sottolineare i lati negativi che quelli positivi; dall'altro, nonostante tutti i suoi difetti, The Way of Shadow/L'angelo della Notte rimane un buon racconto e un'interessante lettura. Migliorabile, non ai livelli dei debutti di Lynch (chi diavolo ha paragonato i loro lavori? O.o Non c'entrano nulla) o di Rothfuss, ma senza dubbio interessante. Leggerò senza dubbio anche i seguiti, probabilmente in inglese, però. 8) Perché mi dimentico sempre di almeno metà delle cose che voglio dire? E' una domanda retorica, non è necessario sottolineare la mia perdita progressiva di neuroni ;)